È importante evidenziare eventuale conoscenza e utilizzo di strumenti musicali, esperienze di canto e di ballo, pratica di scherma e/o di altre discipline sportive o abilità di giocoleria.
Tra gli autori di teatro c’è chi esprime un‘idea del mondo
chi un’opinione del mondo
chi un giudizio del mondo
chi un sentimento del mondo
… e poi c’è chi esprime – direttamente – un mondo, meglio: lo crea.
Di questi ultimi, inarrivabile, è Shakespeare.
Chi l’ha recitato lo sa.
Ti ci devi mettere d’impegno, a rovinarlo.
Resiste a tutto: incontinenze di vecchi tromboni, intemperanze d’avanguardia pro forma, disidratati rigori paratattici, riduzioni estive al risparmio, pompe invernali marca ministero, rifacimenti di pedigree per “star” in esubero da contenitori pomeridiani, eliminate ed eliminati troppo presto da isole famose o grandi fratelli per niente fraterni. Resiste a reduci d’inabissati ascolti seriali in prima serata ed anche a vanità d’interpreti in astinenza d’interpretazioni: perfino a sfiati amplificati, mosse, mossette e sbracci vari d’improvvidi improvvisati, a tagliar l’aria con le mani, che “il nostro” già indicava, alla compagnia d’attori in arrivo a corte per la recita in “Amleto”, come segni di malinteso recitare.
Anche al peggiore spettacolo, Shakespeare insomma sopravvive: perché a portata di mano com’è, resta inafferrabile, quanto i sogni.
Un’onda lunga che finisce dove ricomincia.
Un nastro di Moebius in continuo viceversa. Dove bello è brutto, essere è non essere, qui è là, come nella teoria dei “quanti”. Dove c’è una ragione – ma non la si dice – alla castità delle stelle. Dove “Albedo” e “Nigredo”, Ariel e Caliban, nella stessa magica isola, convivono. Dove gli attori sono spiriti che, a fine recita, dissolvono, in umanità.
Immortale, Shakespeare: quanto generoso.
Ama chi lo interpreta, e chi lo interpreta lo ama. Perché, da tanta genialità, l’interprete si sente compreso e amato. Per virtù e difetti. Coraggio e viltà. Ragione e follia. Ingenuità e astuzia. Altruismo ed egoismo. Bontà e malvagità.
No che non ti giudica, Shakespeare. Mai. Non ti controlla. Ti lascia libero. Sempre. Di fonderti nel racconto che ti ha regalato, di cui liberamente fai parte e che, tuo tramite, diviene racconto comune.
Shakespeare non è che un enorme, viaggio iniziatico, altro mondo antipode e benefico, cerchio di formazione, dove il punto d’ inizio e fine sono tra loro i più lontani e insieme i più vicini: labirinto da cui si riesce rinati, ad affrontare questo mondo, declamato libero, ma declinato per lo più in viaggi – a tradimento – organizzati.
È un’officina dove si lavora, in teoria e pratica, su Shakespeare e se ne viene lavorati. È un “work/walk in progress”, lavoro e cammino esperienziali attraverso passi e luoghi shakespeariani più o meno noti, più o meno impervi; un’immersione nelle densità di quel mondo che si propone di estendere capacità e doti tecniche di ciascuno.
Parliamo di corpi e voci che si spingono, quasi particelle elementari, nell’acceleratore di vita che Shakespeare è per elezione, fino a un’auspicabile collisione di natura contro natura da cui, persi i primitivi contorni individuali, si riesce a liberare energia imprevista, insospettata.
WISHAKESPEARE SI COMPONE DI DUE MOMENTI:
1 – Work_in_Shakespeare (masterclass, laboratorio multidisciplinare) – quota di iscrizione 500 € ;
2 – Walk_in_Shakespeare (giorni di lavoro shakespeariani orientati a una restituzione pubblica) – i partecipanti coinvolti nelle performance saranno messi in agibilità e per la loro prestazione artistica; l’alloggio sarà a carico dell’organizzazione.
1 – Work_in_Shakespeare, dal 26 giugno al 5 luglio, per un massimo di 24 partecipanti.
10 giorni di masterclass dedicata ad approfondire alcuni aspetti più generali del recitare e a un lavoro specifico su alcune scene del repertorio shakespeariano.
È PREVISTA UNA PROVA FINALE APERTA AL PUBBLICO LA SERA DEL 5 LUGLIO.
2 – Walk_in_Shakespeare, dal 6 luglio al 16 luglio, per un massimo di 20 partecipanti, in larga parte selezionati dal seminario precedente, in parte esterni, prevede ulteriori dieci giorni di lavoro ancora più strettamente “shakespeariani”, finalizzati a una restituzione pubblica, itinerario vero e proprio ad accompagnare chi intenderà camminare con noi attraverso Shakespeare e Bergamo Alta.
È importante evidenziare eventuale conoscenza e utilizzo di strumenti musicali, esperienze di canto e di ballo, pratica di scherma e/o di altre discipline sportive o abilità di giocoleria.